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Perché la favola del Crotone in serie A racconta il Sud (e l’Italia tutta), cantando Rino Gaetano

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La prima guerra mondiale era appena finita lasciando nel popolo ferite profonde. A Crotone, cittadina della Calabria affacciata sul Mar Jonio, un gruppo di giovani volgeva lo sguardo ai propri sogni rincorrendo una palla sferica che rotolava su un campetto in terra battuta.
Era il 1923 e la società si chiamava Società Sportiva Milone in onore del grande atleta crotoniate che aveva fatto splendere il nome della città durante i primi giochi olimpici della Magna Graecia.
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Seguirono stagioni di retrocessioni e ardite risalite finché negli anni ’90, nella stagione ’92-’93, arrivarono i fratelli Vrenna che raccolsero le ceneri di una società fallita e nel giro di pochi anni portarono il Football Crotone Calcio alle soglie delle massime divisioni: in due anni, la squadra crotonese passò dalla Promozione calabrese al Campionato Nazionale Dilettanti.
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I due giovani imprenditori del settore dello smaltimento dei rifiuti sin dall’inizio non esitarono a mostrare competenza e tenacia. Così, il 30 aprile 2000 accompagnarono per mano, per la prima volta, il Crotone in serie B.
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E proprio il 30 aprile 2016 (per l’esattezza, la sera del 29 aprile in quanto anticipo della 39° giornata), dopo sedici anni di serie B, con qualche piccolo passo falso in C1, il Football Crotone Calcio ha varcato la porta dell’Olimpo del Calcio.

La Cenerentola d’Italia, all’89esimo posto su 110 per la qualità della vita, balzata agli onori di cronaca per fatti di ‘ndrangheta e disoccupazione irrefrenabile, ha indossato lo scarpino magico offertole da Ivan il Grande (Ivan Juric, giocatore con maglia rossoblu dal 2001 al 2006, in questa stagione allenatore della squadra crotonese) ed è partita alla volta di una salvezza tranquilla.
I primi passi della stagione però non sono stati sicuri e spediti. L’emozione ha fatto incespicare il gruppo guidato dal condottiero Ivan in passi falsi, come il 4-0 rimediato nella prima giornata di campionato a Cagliari. Ma poi i giovani talenti e i compagni più esperti hanno stretto i lacci degli scarpini, hanno sistemato per bene i parastinchi, e con grande grinta hanno preso la rincorsa verso il sogno della massima serie.
Ben presto la determinazione sfoderata, giornata dopo giornata, con 22 vittorie, 13 pareggi e solo 5 sconfitte, ha consentito alla piccola squadra di provincia di aggiungere sempre più tasselli a quella A che ormai si intravedeva in ogni angolo della città.
Così, il Football Crotone Calcio che lo scorso anno conquistò la salvezza matematica solo all’ultima giornata, sopravanzando di un solo punto le squadre obbligate a disputare i play out per non retrocedere, il 29 aprile 2016 ha finalmente conquistato il punto che gli ha concesso la certezza matematica di essere pronta a confrontarsi con squadre titolate come la Juventus, il Milan e la Roma.
A distanza di quasi 3.000 km da Leicester, piccola squadra inglese che sta per vincere la Premier League inglese grazie all’allenatore italiano Claudio Ranieri, in Calabria, nel profondo sud di Italia, con pochi soldi ma tanta speranza si è avverata la favola del Crotone. Anzi, di Crotone. Una città che in un momento di forte crisi economica, di instabilità amministrativa, ha intravisto nel pallone di cuoio che entra con forza tra i pali un’occasione di riscatto. Un’opportunità di rilancio del patrimonio storico-paesaggistico di un territorio bramoso di crescita e sviluppo.
“La notte è finita. Questa è l’alba di nuovo giorno” urlava il compianto sindaco di Crotone, Pasquale Senatore, nel 1998, quando la squadra fu promossa per la prima volta in serie C1. Oggi il chiarore è ancora più abbagliante. Il Crotone è in serie A da 48 ore, il cielo è sempre più blu (come nella canzone del cantautore crotonese Rino Gaetano) e l’atmosfera è magica. La città non vuole svegliarsi da questo sogno. Ma renderlo una realtà, non solo calcistica.


GABRIELLA CANTAFIO

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E io e il blog facciamo doppia festa per il Crotone e per Crotone e per il ritorno di Gabriella. Per una speranza, per il Sud, che vuol dire l’Italia. Sai che c’è? Non cito il mio povero Livorno, ma metto Rino Gaetano, proprio Il cielo è sempre più blu.

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