C’era una volta una ridente città, fulcro dell’antica Magna Grecia che, a causa di indolenza e negligenza, cadde rovinosamente in disgrazia, ma di tanto in tanto, seppur con il volto corrucciato e gli squarci nel cuore, tuttora rimembra al popolo le sue beltà, accennando il desiderio di risorgere.
Prezioso tesoro dell’Antica Kroton è l’area archeologica di Capocolonna: percorrendo una strada malmessa che fiancheggia la costa ionica si arriva su un promontorio, sormontato dal santuario di Hera Lacinia, che custodisce il quadro della Madonna di Capocolonna, alla quale la cittadinanza dedica un pellegrinaggio nel mese di maggio.
Nell’incantevole scenario si trovano quelli che oggi sono i resti risalenti al periodo ellenico del Tempio di Hera Lacinia, proteso verso il mare, con 48 colonne di ordine dorico, del quale oggi permane una sola colonna isolata, divenuta simbolo rappresentativo della città di Crotone.
Si ergono, poi, la torre di Nao risalente al XVI secolo adibita a museo, e il nuovo edificio di esposizione permanente costruito nel 2002, mai realmente valorizzato, che accoglie i reperti più recenti rinvenuti a Capocolonna: materiali provenienti dalle abitazioni della colonia romana, monili, manufatti, frammenti architettonici e parti di statue di marmo.
Dunque, un patrimonio dall’inestimabile valore storico-culturale che potrebbe rappresentare l’opportunità di rinascita, anche economica, del territorio, anziché esser spietatamente annientato da incompetenza e noncuranza.
Non paghi del sorpruso perpetrato negli anni a una risorsa così fertile, circa un mese fa, in merito agli interventi previsti dal progetto “SPA 2.4 – Capocolonna (KR) Ampliamento delle conoscenze della realtà archeologica e messa in sicurezza delle strutture archeologiche riportate in luce”, il piazzale antistante il santuario è stato invaso da ruspe e operai pronti a cementificare resti del foro della colonia romana portati alla luce da recenti esplorazioni archeologiche per realizzare un parcheggio.
La notizia ha inorridito un gruppo di cittadini che ha costituito immediatamente un comitato libero, #SalviamoCapocolonna, per mobilitarsi in difesa del patrimonio archeologico di Capocolonna.
Un’azione decisiva che nel giro di pochi giorni ha svegliato l’animo del popolo crotonese, pronto ad afferrare l’occasione di non lasciar morire il proprio territorio. E agitato la polemica politica.
Come dinanzi a un figlio conteso, si sono costituite immediatamente le fazioni avversarie: il Sindaco della città di Crotone e il suo team istituzionale con i dirigenti della Sovrintendenza Archeologica da una parte, irremovibili nel difendere la correttezza dei lavori “atti a preservare i reperti con teli di tessutonontessuto, coperti con il primo strato di sabbia, poi di terra, e il magrone di sottofondo della pavimentazione”, dall’altra parte alcuni parlamentari del Movimento 5 stelle, del Partito Democratico, l’ex Ministro degli Affari Regionali, Carmela Lanzetta, l’ex Ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, e altre personalità istituzionali a sostegno del comitato cittadino nel recriminare gli orrori progettuali attuati.
#SalviamoCapocolonna è così divenuta una causa perorata da sempre più cittadini, associazioni, esperti del settore, istituzioni e media locali e nazionali; ha attirato la visita del parlamentare Cinque Stelle, Paolo Parentela, e dell’ormai ex Ministro agli Affari Regionali, Carmela Lanzetta, dando vita a interrogazioni parlamentari, petizioni online, e registrando grande adesione sul web.
Il presidio permanente di cittadini ha portato alla momentanea (?) sospensione dei lavori, decretata dallo stesso Sindaco (ricredutosi) e dalla Soprintendenza: ora, si, confida nella ragionevolezza e competenza del Ministero dei Beni Culturali, che di recente ha inviato due ispettori, la cui relazione sarà resa nota tra circa dieci giorni.
Qualcosa si muove, dunque. Il comitato ha sospeso il presidio notturno, ma la comunità crotonese, calabrese prosegue la propria battaglia perché che uno squallido parcheggio non sotterri il passato glorioso dell’Antica Kroton, e le speranze di futuro di un popolo bisognoso di riscatto. Perché la città malconcia possa riassaporare il piacere di ammirare e diffondere la propria bellezza archeologica, il proprio passato storico, senza calpestarlo brutalmente.
GABRIELLA CANTAFIO
Ricevo, sottoscrivo e rilancio, Gabriella: grazie, come sempre. Ricordando che per sostenere la causa, oltre all’hashtag Twitter, #SalviamoCapocolonna, c’è una pagina Facebook e due petizioni online: su Change.org e su una piattaforma Google.
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